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Chirurgia mini-invasiva
La chirurgia ortopedica moderna è alla ricerca costante di soluzioni che, oltre ad essere efficaci nel trattamento della patologia, vadano incontro alle aspettative dei pazienti per quanto riguarda i tempi di guarigione, la gestione del dolore, l’aspetto “cosmetico” delle cicatrici.
Le procedure di tipo mini-invasivo vengono incontro a queste esigenze e per questo motivo si stanno sviluppando in maniera sempre più accurata e approfondita.
Ma qual è il concetto moderno di mini-invasività?
Facciamo un po’ di chiarezza.
Quando parliamo di invasività in campo medico ci riferiamo a tutte quelle procedure che comportano fattori modificanti nei tessuti dell’organismo. Va da sé che un intervento chirurgico è, per definizione, una procedura invasiva in quanto mette in conto la possibilità di compromettere alcune strutture e tessuti nell’atto di curarne altri.
La chirurgia ortopedica, in particolare, ha tra i suoi obiettivi, non solo quello di curare una patologia, ma anche quello di migliorare la qualità della vita del paziente. Per questo motivo la sfida più interessante per un chirurgo ortopedico è quella di risparmiare il più possibile i tessuti durante l’intervento garantendo in questo modo un risultato sempre più vicino alle aspettative del paziente.
Definiamo mini-invasive tutte quelle procedure chirurgiche che prevedono il massimo risparmio dei tessuti (concetto di tissue sparing), tengono conto dei possibili inestetismi legati alle cicatrici e velocizzano il recupero.
I vantaggi sono numerosi:
- minori perdite ematiche
- risparmio del tessuto osseo
- accessi chirurgici rispettosi dei tessuti che circondano l’articolazione (muscoli, tendini, legamenti)
- limitata esposizione dei tessuti sottocutanei
- incisioni cutanee ridotte con conseguenti cicatrici meno evidenti
- tempi di recupero rapidi
- possibilità di iniziare la riabilitazione precocemente.
Artroscopia e protesi con tecnologia robotica sono esempi di chirurgia mini-invasiva
Occorre sottolineare che non tutti gli interventi sono eseguibili con tecniche di tipo mini-invasivo. Il quadro clinico generale del paziente – che tenga conto del suo stato di salute, dell’anatomia articolare e di eventuali patologie pregresse – può suggerire o meno l’utilizzo di queste procedure e va valutato in maniera approfondita insieme all’ortopedico di fiducia.
Le procedure mini-invasive richiedono esperienza da parte del chirurgo perché in alcuni casi prevedono una maggiore difficoltà tecnica dovuta anche alla visibilità inferiore rispetto alle tecniche tradizionali. Per rendere più semplici e sicuri questi tipi di intervento si sono sviluppate procedure e tecnologie particolari, sempre più avanzate, in grado di garantire alte percentuali di successo senza rinunciare ai numerosi vantaggi che sono in grado di offrire.
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